Aumento delle pensioni INPS per l’anno 2022

Dal 1° gennaio 2022 le nostre pensioni avranno una rivalutazione, che renderà più alti gli assegni previdenziali grazie al loro adeguamento automatico al costo della vita. Tale meccanismo, definito perequazione, si applica su tutti i trattamenti pensionistici erogati dal sistema previdenziale di base, vale a dire sia le pensioni dirette che quelle indirette.

Questa volta gli incrementi saranno maggiori rispetto al passato, non solo a fronte di un aumento dell’inflazione (+1,7% il valore previsionale indicato nel decreto ministeriale del 17 novembre 2021) ma anche per via di un cambio nella metodologia di calcolo che ritorna dopo diversi anni su tre scaglioni

Questo il meccanismo di rivalutazione delle pensioni adottato per il 2022: 

  • 100% dell’inflazione pari al 1,7% per la quota di pensione di importo fino a 4 volte il trattamento minimo (fino a 2.062 euro);
  • 90% dell’inflazione pari al 1,53% per la quota di pensione di importo compreso tra 4 e 5 volte il minimo (fascia tra 2.062 e 2.577,90 euro);
  • 75% dell’inflazione pari al 1,275% per la quota di pensione di importo oltre 5 volte il minimo (oltre 2.577,90 euro).

Ovviamente l’adeguamento descritto verrà calcolato sull’importo lordo delle pensioni INPS.

In questa tabella alcuni esempi di importi pensioni con tanto di aumenti dovuti all’adeguamento all’inflazione, così come stabilito dal decreto:

Importo mensile lordo pensione 2021 Rivalutazione Importo pensione 2022
700 euro 11,90 euro 711,90 euro
1000 euro 17,00 euro 1.017 euro
1300 euro 22,10 euro 1322,10 euro
1500 euro 25,50 euro 1525,50 euro
2000 euro 34,00 euro 2034,00 euro
2500 euro 41,76 euro 2541,76 euro
2800 euro 45,78 euro 2845,78 euro
3000 euro 48,33 euro 3048,33 euro
4000 euro 61,08 euro 4061,08 euro
5000 euro 73,83 euro 5073,83 euro

Come si vede dalla tabella, un titolare di pensione media di 1.000 euro al mese finirà per prendere un aumento di 221 euro (17 * 13)  nell’arco di un anno. Invece un assegno pensione di 2.000 euro mensili, vedrà un aumento annuo di 442 euro. Va ricordato, inoltre, che  gli importi  sono provvisori perché riferiti all’inflazione misurata sui  primi 9 mesi dell’anno.  Solo a gennaio 2023 l’Inps provvederà alla verifica con il valore definitivo ISTAT di tutto il 2021 e all’eventuale conguaglio.

Il netto dei nostri cedolini sarà inoltre incrementato – rispetto all’anno precedente – anche in base all’applicazione delle nuove aliquote IRPEF che porteranno vantaggi in maniera differenziata per i redditi superiori ai 15.000 euro annui (con un incremento che raggiunge il suo massimo per i redditi di 50.000 euro annui).